89. In Oriente 発酵の量
Vi chiedete mai se ci sono nazioni del mondo con un notevole fermento letterario, dove, in altre parole, la vitalità editoriale si distingue rispetto a quella di altri Paesi? Fermo restando l’opinabilità, anche perché avere un occhio lucido sull’intera contemporaneità libraria è molto complesso, dal mio punto di vista sono quattro i paesi dove le energie letterarie stanno generando innovazione. No, non c’è l’Italia, ve lo dico subito. Pochi anni fa stavamo raschiando il fondo, ora siamo un po’ risaliti e alcune singolarità sono degne di nota, ma chi illumina la strada del futuro è straniero.
Subito il Giappone, in primo luogo, nelle prossime puntate citerò gli altri di volta in volta. Perché il Paese del Sol Levante? L’originalità dei progetti editoriali, l’impatto nell’immaginario collettivo e la dinamicità di eventi legati ai progetti. Impossibile non menzionare Yatagarasu di Chisato Abe, una macchina da guerra editoriale che da una decina d’anni si impone nel mercato giapponese con varie attività creative che nascono sempre dai suoi libri.
Altro autore da conoscere è Toshiki Okada, che attorno ai suoi progetti costruisce relazioni e opportunità. Pochissime pubblicazioni rispetto alle attività legate al teatro, ma cerchi simbolici, aggregazioni tematiche, fili rossi intrecciati di continuo. Pensare al Giappone letterario senza conoscere questo artista, uhm.
Poi Mieko Kawakami e suo marito Kazushige Abe, Yoko Tawada, Yukiko Motoya, Toshiyuki Horie, Hiromi Kawakami, la lista sarebbe lunga di autrici e autori originali nelle loro opere (non c‘è solo Murakami santo cielo). Inoltre, a Tokyo accade moltissimo di innovativo in ambito letterario, ci sono eventi con centinaia o migliaia di persone e spesso tutto si amalgama con la musica.
Come non menzionare Jimbōchō, il quartiere delle librerie, circa 150. Qui c’è fermento, qui vicino ci sono alcune università, qui i giovani scrittori, molti dei quali ancora nel sottobosco editoriale, creano, sperimentano, pubblicano.
Il Giappone negli ultimi 4-5 anni è diventato uno dei centri creativi letterari più innovativi del mondo.
Fra quindici giorni vi rivelerò il secondo paese dei quattro e sono abbastanza sicuro che non lo direste mai.
NEWS
Per circa due anni la stampa italiana era spesso contro OpenAI, ma ora ci sono novità nel gruppo Gedi.
Le cinque carriere nel mondo dell’editoria secondo Libraccio.
La casa editrice Nero/Not racconta i suoi 20 anni.
Editoria in lutto a Pordenone: morta a 58 anni Paola Tantulli.
Giovanni Hoepli eletto vicepresidente Ipa editori internazionali.
Canalini, editore di genio e coraggio.
Lo scrittore Amin Maalouf: «Povero il mio Libano».
CONSIGLI DI LETTURA
La casa del mago di Emanuele Trevi, edito da Ponte alle Grazie nel 2023, finalista al Premio Campiello, è un romanzo intimissimo perché ruota attorno alla figura del padre dell’autore, Mario Trevi, psicoanalista junghiano. Ve lo dico senza girarci attorno, a tratti ho fatto fatica a leggerlo, narrazione esigente, talvolta pesante, ritmo che cadeva non di rado, ma è una storia che vi lascerà molta meraviglia e in qualche modo vi allargherà l’orizzonte su alcuni temi quali la psicoanalisi, il rapporto padre-figlio e la relazione con i ricordi di famiglia.
La generazione ansiosa. Come i social hanno rovinato i nostri figli di Jonathan Haidt, edito da Rizzoli nel 2024, l’ho finito giusto due giorni fa e mi è sembrato un ottimo testo per riflettere su un tema così contemporaneo. Sì, intuitivamente credo tanti possano affermare il titolo del libro, ma se si entra un po’ nel dettaglio, che cosa si sta scoprendo? Consigliatissimo ai genitori di figli in pubertà o adolescenti, ma in realtà l’igiene mentale riguarda tutti perché ognuno di noi è online.
CONNESSIONI E PONTI
Sono affascinato da Trieste. Non ricordo quante volte l’ho visitata, ma sento sempre un’energia che mi coinvolge senza una particolare motivazione. Per me Trieste è soprattutto, fra gli altri, James Joyce, Italo Svevo, Umberto Saba, Boris Pahor, Claudio Magris, Scipio Slataper. In una fase della mia vita vivevo non lontano e così almeno una volta al mese la visitavo con piacere. Fu così che iniziai a cercare le varie dimore di Joyce, (ri)leggevo i suoi libri e mi perdevo a fantasticare immaginandolo vicino a me mentre camminava fra i vicoli. Cercavo lettere, documenti, materiale d’archivio che mi potessero aiutare non tanto e solo nell’individuazione precisa di ogni singola dimora, ma anche i caffè e gli altri luoghi della sua fase triestina. Avevo disegnato una mappa joyciana inserendo le vie, i numeri civici, le trattorie, i possibili percorsi di Joyce per recarsi al lavoro (per esempio al quotidiano Piccolo) o alla stazione dei treni.
Il mio luogo preferito era l’Arco di Riccardo, dove lì vicino andava a volte a cenare e a bere il suo vino preferito, l’Opollo di Lissa. Qui le sbronze non erano rare per lui.
Tutto questo per dirvi cosa? Tanti anni fa, un tardo pomeriggio, solo, stavo leggendo Gente di Dublino e a un certo punto iniziò a parlarmi una ragazza, si chiamava Elisabetta, frequentava l’università triestina ma era originaria di Udine. Le piaceva Joyce. Ordinai un bicchiere di vino anche per lei. I bicchieri diventarono due, tre e poi non ricordo, ma continuarono, come le chiacchiere. Dopo alcune ore mi salutò perché aveva un impegno e mi sembra di vederla adesso allontanarsi da me col suo zaino in spalla, barcollando un po’. E io lì, ubriaco, seduto, volevo finire una parte del libro. Mi guardai attorno, nel tavolino, nelle sedie, a terra, nulla, il libro non c’era più. Tutti i miei appunti erano spariti per sempre. C’era soltanto una responsabile di quanto era accaduto.
Ecco Elisabetta, io non so se mai leggerai queste mie parole e probabilmente no, ma IO NON DIMENTICO chi mi ha fregato i Dubliners coi miei appunti, scostumatissima che non sei altro! :)
UNA PAROLA
Stiamo sempre più perdendo la ricchezza della lingua italiana e diverse sono le ragioni. Provate a sfidare voi stessi e qualcun altro. Vi presenterò ogni volta una nuova parola. La conoscete?
Incoativo agg. [dal lat. tardo incohativus o inchoativus; v. incoare]. – Che esprime l’inizio di un’azione o di un modo di essere; usato soltanto nella terminologia grammaticale: verbi i., o assol. incoativi (come per es. il lat. senescĕre «cominciare a invecchiare», vesperascĕre «farsi sera»); terminazioni i., quelle che esprimono l’aspetto incoativo (come, appunto, -sc- in latino, e il corrispondente -σκ- in greco, per es. di γηράσκω «invecchiare»).
[ringrazio il vocabolario Treccani]
Se vi piace quanto state leggendo, che ne dite di mettere un cuoricino alla fine? Grazie!
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