Spero che avrete voglia di leggermi fino alla fine. Unirò diversi puntini. Momento verità, chiamiamolo così.
Sabato 23 novembre stavo eseguendo le ultime modifiche alla nuova puntata della Booksletter prima di programmarla per il giorno successivo e per puro caso ho iniziato a leggere su Facebook una vera e propria shitstorm contro Chiara Valerio, rea di avere invitato Leonardo Caffo a Più Libri Più Liberi di Roma. Scrivo rea perché questo emergeva dal post. E così ho scoperto la più recente polemica editoriale. Di clic in clic ho trascorso una mezz’ora a leggere la curva Nord e la curva Sud, chi contro, chi possibilista, chi a favore, chi «ok ma dipende».
Passo indietro, altrimenti qualcuno non capisce. Per favore gli informati pazientino un attimo. Chiara Valerio è la curatrice del programma della fiera romana PLPL in arrivo nei primi giorni di dicembre. Leonardo Caffo è un filosofo e uno scrittore molto prolifico. La fiera è dedicata a Giulia Cecchettin, la ragazza uccisa dall’ex fidanzato nel novembre del 2023 e di cui tanto si è parlato nella cronaca nera nazionale. Caffo è accusato di maltrattamenti e lesioni dall’ex compagna. Che nascesse un cortocircuito era abbastanza prevedibile.
Perciò, sabato, non avendo avuto prima il tempo di informarmi sulla questione, ho deciso di inviare la Booksletter di lunedì e non di domenica. Non volevo rimanere indifferente, come se niente fosse. Considerato che oggi è il 25 novembre, Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, mi sembra che sia opportuno spendere due parole, mettendo da parte questa volta la consueta forma che conoscete della Booksletter.
Non ho intenzione di fare la cronistoria di quanto accaduto, trovate numerosi post nei social che lo hanno fatto molto bene. Vi chiedo però di leggere il post di Vera Gheno prima di procedere con la lettura qui.
Lei scrive: «Tutte e tutti siamo compartecipi di queste dinamiche. Secondo me dobbiamo imparare a sottrarcene; in questo caso, a fermarci e chiederci chi siano i veri oppositori e le vere oppositrici del progressismo e del femminismo. A chi giova questo conflitto interno alla mia compagine? Di sicuro non a noi, non alle nostre istanze. Io non penso che Chiara Valerio sia nemica mia o delle donne».
Fra le altre persone, ne parlano Claudia Grande, Ilaria Durigon, Giulia Abbate, Luca Pantarotto, Silvia Ballestra, c’è chi rimane sul punto, chi allarga anche lo sguardo verso altro. Vi menziono soltanto alcuni post di Facebook, ma impieghereste pochi secondi a trovare molto a riguardo sui quotidiani online, su Instagram, eccetera.
Chiara Valerio aveva difeso la sua posizione nella trasmissione Propaganda Live di Diego Bianchi e Leonardo Caffo ha deciso nel frattempo di non partecipare a PLPL.
Al netto delle posizioni, confesso di provare un po’ di tristezza per tutta la polemica. Lo scontro online fra le parti ha raggiunto picchi talvolta imbarazzanti e ahimè, da addetto ai lavori, osservo altresì partigianerie ed alleanze che non mi stupiscono.
Si è perso l’occasione di rimanere concentrati sulle tematiche del 25 novembre negli ultimi giorni, che sia per caso, che sia la coincidenza degli eventi, che sia quel che volete, ma tant’è.
L’ISTAT scrive:
«Nel 2023 si sono verificati 334 omicidi (+3,7% rispetto al 2022): 117 donne e 217 uomini. L’aumento ha riguardato soltanto le vittime di sesso maschile (+10,7% rispetto al 2022), mentre le donne uccise sono diminuite (-7,1%).
Nell’ultimo anno sono aumentati di un punto percentuale i casi in cui è noto l’autore dell’omicidio (dall’88,5% all’89,5%). Nei casi in cui si è scoperto l’autore, l’88,9% delle donne e l’80,6% degli uomini sono vittime di un omicida uomo.
Le vittime sono in prevalenza cittadini italiani (74%), per il 26% stranieri.
Il 94,3% delle donne italiane è vittima di italiani, il 43,8% delle donne straniere di propri connazionali.Sono 63 le donne uccise da un partner o un ex partner, quasi tutti (61) sono uomini. A livello europeo nel 2022 l’Italia ha il tasso di omicidi più basso».
Inoltre, sempre l’ISTAT ci informa che 16947 donne hanno fatto un accesso all’ospedale a causa di una violenza nel 2023 e 1370 donne hanno avuto un ricovero ospedaliero a causa delle violenze.
Non so immaginare che cosa significhi il dolore e la paura di quelle migliaia di donne; non so immaginarlo perché sono un uomo, perché dentro di me di sicuro ci sono anche elementi maschilistici dei quali non sono pienamente consapevole; non so immaginarlo perché, circondati come siamo tutti da varie forme di violenza – e noi uomini abbiamo l’aggravante di crearle con la forza fisica in alcuni casi –, il rischio di essere disorientati dentro la complessa realtà è alto, anzi altissimo.
Ci sono stati momenti nella mia vita nei quali sono stato violento con alcune donne, violenze di linguaggio, mai fisicamente. Quanto quelle violenze comunicative dipendessero da me o dalle parole (o comportamenti) delle donne che avevo davanti, o un mix, sarebbe lungo dire, e di sicuro ha poco senso mettersi a misurare, ma so, in cuor mio, che ho fatto le mie cazzate e ho preso posizioni comunicative senza badare all’eleganza linguistica. Per dirlo in altro modo, ho sbroccato a volte di brutto dicendo parole offensive. Nella maggior parte dei casi mi sono vergognato di me stesso. Scrivo nella maggior parte perché in un paio di casi ho ricordi precisi delle situazioni e oggi, a distanza di anni, porto con me la strana convinzione di avere fatto bene a dire quelle cose offensive. Avevo o non avevo il diritto di avere un’opinione cruda e frontale di fronte a comportamenti assolutamente vergognosi di una donna a me cara? Avevo o non avevo il diritto di esprimere tale opinione alla diretta interessata con tutta la rabbia comunicativa che mi saliva dalle viscere?
Sarebbe ottimo riuscire ad avere sempre un atteggiamento da Dalai Lama, a volte non si riesce. O almeno io non ci sono riuscito.
È davvero così breve il passo fra una violenza comunicativa e una violenza fisica? Sono davvero così diverse le violenze fra uomini e donne, se si parla di ambito comunicativo e psicologico? Sono davvero a volte gestibili con calma le criticità, come si racconta in teoria?
Io ci sono passato dentro la nebbia della violenza comunicativa e psicologica fra un uomo e una donna, nel mio caso all’interno di un rapporto sentimentale.
Per tale motivo, ogni 25 novembre, è impossibile non pensare alle violenze che ancora oggi tante donne subiscono, ma, al contempo, non riesco a dimenticare quanti uomini subiscono violenze dalle donne. Bene inteso, ripeto, BENE INTESO, non sono paragonabili, perché è evidente quanto le donne vivano sulla pelle una sproporzione di conseguenze che gli uomini non conoscono e delle quali, questi ultimi, sono i maledetti responsabili, eppure faccio fatica a dimenticare il verso contrario che ho conosciuto anche in prima persona.
È maschilismo avere questo pensiero? No, è parlare di vita reale. Non teoria o discussioni da salotto.
Detto ciò, non credo di avere certezze inscalfibili, anzi provo disagio quando penso a questi argomenti (a causa di storie ascoltate da altre persone o di vicende della mia vita), ma come si può rimanere indifferenti alle violenze, sia sul privato sia osservando i dibattiti accesi in pubblico?
Che cosa ne pensate?
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Mettiamola tranchant. Era opportuna la presentazione con l'autore (attenzione, sottolineo con l'autore) dato il tema della fiera di Roma quest'anno? No
Io credo che ci sia una differenza assoluta tra la violenza comunicativa (non solo verbale) e quella fisica. Un confine che separa una tematica su cui si dovrebbe discutere maggiormente (e ti dirò che, per esperienza diretta, condivido molto del tuo discorso) da un comportamento inaccettabile senza se e senza ma. Tra la violenza fisica metto anche quel genere di comportamenti che, se non esplicitamente violenti, possono mettere una persona in grave difficoltà relazionale o economica. Escluse queste azioni, il conflitto, che reca con sé aggressività, voglia di ferire, di vendicarsi ecc. fa parte del conflitto tra esseri umani all'interno delle coppie, etero o anche omosessuali. Sarebbe molto più bello se non si verificasse, ma molte cose sono ingiuste nella società a cominciare dai rapporti economici e io sono troppo vecchio per credere nelle utopie. Però se evitassimo le facili posizioni manichee e il tifo da stadio si riuscirebbe almeno ad avere più chiarezza.