C’è una forza strana nei nuovi slanci, soprattutto quando arrivano dopo una lunga pausa.
Non è più entusiasmo puro, non è incoscienza. Qualcosa di più silenzioso, ma ostinato.
Un gesto che dice: ci sono ancora.
Quando si riparte, tutto sembra fragile. Il dubbio è lì, la tentazione di rimandare pure.
Ma poi si scrive. Si crea. Si semina. Il terreno duro, la luce poca.
Perché l’energia vera non è quella che ti spinge all’inizio. È quella che ti fa restare.
Scrivere, leggere, pensare: sono gesti che si alimentano nella ripetizione, non nell’euforia.
Chi crea davvero non cerca sempre fuoco, cerca legna da mettere sotto.
Questa Booksletter è la mia legna.
E forse, in qualche parola o frase, anche la vostra.
Nuovi slanci, nuove sezioni, nuovo ritmo. Le delucidazioni, per chi le vuole, più sotto, quasi alla fine.
Foto di Andreas Pajuvirta su Unsplash
TRACCE DI LETTURA
Ogni mattina a Jenin di Susan Abulhawa (traduzione di S. Rota Sperti, edito da Feltrinelli)
Mi ha commosso, mi ha riportato con violenza a certe immagini del presente, mi ha costretto a riflettere, mi ha lasciato con il desiderio di approfondire, mi ha fatto sentire inerme.
UNA BREVE LETTERA IMMAGINARIA
A Lev Tolstoj
Caro Lev,
ogni tanto torno da Pierre.
Lo trovo stanco, goffo, incongruo. Ma vivo.
Il più umano dei tuoi personaggi, forse perché il meno certo. Non ha ragione, non ha coraggio, non ha risposte. Però cerca. Sempre. E il cercare – in questo tempo che corre soltanto per vincere – è già un atto rivoluzionario.
Mi chiedo quanto ti somigliasse, in quel modo stralunato di attraversare il mondo, incapace di trovare un posto dove stare. E poi l’amore. Così fragile. Così spiazzante.
Pierre non salva nessuno. Non cambia la storia. Ma inciampa nel senso.
Questo, oggi, mi basta.
Scriverei Per sempre tuo, Morgan se non pensassi alle cazzate che hai fatto con tua moglie.
Perciò solo Morgan
STRAPPI DI DIARIO (senza fare nomi)
13 aprile 2014 | con una scrittrice
Alle 10:02 mi ha scritto che aveva finalmente capito il nodo da sciogliere fra i due protagonisti del suo romanzo. Alle 12:40 mi ha riscritto dicendomi che si sbagliava. Alle 14:16 di nuovo, il nodo è uno e solo uno, quello di stamattina. Alle 18:19 «Morgan, scusami, sono ancora io, mi sbagliavo, la verità è che non capisco un cazzo, tutto il giorno così, la mia vita è così». Io: «La pianti di rompere? Esci, vai a farti un aperitivo, fai la spesa, chiama un’amica e parla di tua figlia, guarda la tv, l’importante è che oggi non mi rompi più».
I FARI DELLA LETTERATURA
SCRIVERE NON SERVE A NIENTE O SÌ?
Ci sono giorni in cui scrivere è come tentare di tagliare l’acqua con un coltello. Non resta niente. Nessuno ti legge, nessuno ti aspetta, nessuno ti paga. E tu sei lì, a scavare frasi in un terreno che non chiede di essere arato. A volte penso che scrivere sia una forma elegante di solitudine. Non cambia il mondo, non ti salva dalla morte, non ti rende amabile. Se cerchi riconoscimento, lo trovi a volte nei like, non nei libri. Ma poi accade qualcosa. Un’e-mail di una lettrice che ti dice «quella frase sembrava scritta per me». Un appunto che ritrovi mesi dopo e ti fa pensare «ero vivo, lì».
Un silenzio che si riempie perché stai scrivendo.
Allora forse scrivere non serve a niente. O forse serve a ricordarti che tu sei qualcosa anche quando tutto il resto si confonde.
Se vi piace quanto state leggendo, che ne dite di mettere un cuoricino alla fine? Grazie!
UN PENSIERO CHE SCAVA
In realtà, non sono molti gli autori che continuano a essere produttivi col passare dei decenni. Ci sono troppi altri rischi. Siamo di moda o meno a seconda degli sbalzi d’umore dei media, e ogni calo di popolarità può darti l’impressione che la tua carriera sia finita. Questa insicurezza non aiuta il morale, perché anche nei periodi migliori ogni scrittore è roso da un sottile terrore: finirà domani? Finirà tutto domani? Scrivere è inquietante. Non c’è la routine dell’ufficio a tenerti sul pezzo, solo la pagina vuota ogni mattina, e non sai mai da dove arrivino le parole, quelle divine parole.
[Il difficile mestiere dello scrittore di Norman Mailer, edito da La nave di Teseo]
UN LINK PER…
Se di me non parlo e non mi ascolto di Barbara Leda Kenny
LE PAROLE CHE DOVREBBERO RITROVARSI
Autenticità. La sentiamo ovunque: nei post social, nelle bio, nei brand, nei corsi di comunicazione. Tutti vogliono essere autentici. Autenticità oggi è spesso un filtro come gli altri: una strategia mascherata da spontaneità. C’è chi si mostra fragile per guadagnare fiducia, chi racconta i fallimenti per ottenere empatia. Il risultato? Tutto sembra autentico, quindi più nulla lo è davvero. Forse dovremmo lasciarla riposare un attimo. Togliere la parola dal centro e tornare a guardare i gesti, il ritmo, le contraddizioni. Lì forse qualcosa di vero ancora succede.
Foto di Brett Jordan su Unsplash
DELUCIDAZIONI
Come scrivevo la scorsa volta, ci sono tre gruppi di persone che mi leggono qui: chi interessato al mondo dei libri, chi all’AI generativa, chi a entrambi. Il primo gruppo è il più rappresentato, lo vedevo soprattutto dal numero dei clic nei link. Ho deciso di spostare gran parte dell’intelligenza artificiale nei post riservati agli abbonati a pagamento. Dunque, chi è abbonato a pagamento alla Booksletter riceverà approfondimenti sia sull’AI sia sull’editoria libraria.
Continuano le attività in 22e22, la community editoriale riservata che ho fondato nel 2023. Siamo alcune decine di persone da tutta Italia, parliamo direttamente con gli addetti ai lavori grazie a videodirette che organizzo quasi ogni mese, c’è un Book Club, ci sono post di vario tipo, approfondimenti, eccetera. Un luogo online intimo e senza rumore per conoscere meglio il dietro le quinte dell’editoria libraria. Non punta ai grandi numeri, l’obiettivo invece è creare piano piano relazioni vere, confidenziali e con le quali ci si senta un po’ a casa. Ci diciamo le cose come stanno, al di là delle apparenze e dei titoli dei giornali.
Dopo il buon successo di iscritti al corso AI GEN come un professionista, ho presentato di recente la seconda edizione che inizierà il 29 settembre 2025. Lo dico spesso, abbiamo ancora poco tempo per imparare le basi dell’AI generativa prima che arrivi l’ondata degli agenti. Questo è un corso per farsi trovare pronti.
Nel frattempo, se volete, potete rimanere aggiornati nel gruppo Telegram AI UMANA (aggiornamenti quasi ogni giorno).
Infine, grazie a tutte e a tutti coloro che mi hanno scritto privatamente dopo avere letto la mia Booksletter di un paio di settimane fa. Ci si legge, ci si conosce, troviamo insieme spunti sui quali riflettere per attraversare questa complessa contemporaneità.
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Vi ringrazio per l’attenzione e a presto!
Morgan
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Perfetta direi 😊
Aprire la newsletter e leggere quelle parole proprio nel momento in cui stai pensando di mollare la scrittura del tuo romanzo, che è tutto troppo un casino, che non arriverai a niente, è incredibile.
un enorme Grazie (Rileggerò all'occorrenza)