Proverò a essere gentile, ma mi riesce difficile con questo caldo di luglio. Credo che tanti di voi abbiano già saputo che L’amica geniale di Elena Ferrante è stato nominato miglior libro del secolo dal New York Times. Giubilo nazional popolare. Ora, al netto dei vostri gusti sul romanzo, de gustibus eccetera, ho osservato quali fossero i primi 25 titoli su 100 e confesso che mi è scappato un sorriso amaro. Ci si aspetterebbe non dico obiettività, ma un minimo di decenza se si usa il titolo pomposo The 100 Best Books of the 21th Century. Sapete quanti sono le scrittrici e gli scrittori statunitensi o naturalizzati statunitensi nelle prime 25 posizioni? Diciotto, ripeto, DICIOTTO. Solo sette stranieri. Siamo oltre il ridicolo. In tutta la letteratura mondiale, dall’India alla Francia, dalla Cina all’Argentina, dalla Nuova Zelanda al Senegal, solo sette NON statunitensi fra i primi venticinque. Non sono andato a vedere le altre posizioni perché temevo di trovare una proporzione simile, se qualcuno l’ha fatto scriva per favore un commento. Mi è chiara la dominanza della lingua inglese, stesso dicasi su dove si trova la sede del New York Times e la presenza della regola del libro pubblicato negli USA, ma mi è altresì chiaro che circa 500 romanzieri, saggisti e critici letterari – coinvolti per stilare la classifica – hanno questa visione dell’editoria libraria, ahi noi. Ahi noi. Che cosa ne pensate? Sono troppo severo?
NEWS
La casa editrice Tunué compie vent’anni.
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Bending Spoons acquisisce la piattaforma di editoria digitale Issuu.
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CONSIGLI DI LETTURA
Profitto della distrazione estiva per chiedere se vi piace l’idea di suggerire ogni volta due libri in pochissime righe. Va bene così? Meglio se mi dilungo per ognuno o no? Alternative? Se non volete commentare, scrivetemi in privato se lo preferite. Tenete in considerazione che i miei suggerimenti non sono vincolati ad alcun tipo di pressione esterna, sono liberi e rappresentano libri che ho letto. Grazie delle vostre critiche e opinioni, che sono sempre preziose.
CORSI
Vi farò sbirciare nel futuro, provando a trasmettere come diventerà il settore editoriale fra alcuni anni. Da una parte, le varie tradizioni dell’editing e, dall’altra, le potenzialità dell’intelligenza artificiale generativa. Due percorsi in partenza mercoledì 18 settembre utili ad aspiranti scrittori, scrittori di professione, editor e redattori.
UNA PAROLA
Stiamo sempre più perdendo la ricchezza della lingua italiana e diverse sono le ragioni. Provate a sfidare voi stessi e qualcun altro. Vi presenterò ogni volta una nuova parola. La conoscete?
Zàcchera s. f. [prob. dal longob. *zahar «goccia»]. – 1. a. Piccola chiazza di mota che resta attaccata sui vestiti o sulle scarpe di chi cammina tra il fango, o si schizza o viene schizzato di fango: hai una z. sulla camicetta; più spesso al plur.: ha le z. ai pantaloni; è coperto, è tutto pieno di zacchere; attraversando la strada mi sono riempito di zacchere. b. Grumo di fango o di sterco che resta attaccato alla lana delle parti posteriori degli ovini, alle piume di uccelli, e sim. 2. fig., non com. Bagattella, inezia, cosetta di poco conto, insignificante: Quel ch’io gli ho fatto mi pare una z. (Pulci). ◆ Dim. zaccherèlla, zaccherétta.
SPONSORIZZAZIONE
Dal 24 al 27 luglio ci sarà Jesolo Libri 2024.
Vuoi far conoscere un libro, un evento o un'attività a questa comunità di lettrici e lettori? Scrivimi!
AI E DINTORNI
Qualcuno mi ha chiesto in privato la ragione del mio entusiasmo verso l’intelligenza artificiale. Perciò, profittando sempre della distrazione estiva, vorrei unire alcuni puntini. In tutta franchezza, non parlerei di entusiasmo. Sì, sono appassionato a certi strumenti dell’AI e mi piace aggiornarmi, ma la sorgente riguarda una mia paura. Provo a spiegarmi. Viviamo tempi veloci, tempi nei quali il nuovo diventa vecchio con una celerità che soltanto pochi anni fa non esisteva se si parla di tecnologie.
Innumerevoli studi ci stanno comunicando che fra 10-15 anni tanti lavori non esisteranno più nella forma in cui li conosciamo e, dunque, abbiamo due scelte: stare al passo con i tempi o accorgersi troppo tardi che non ci avevamo pensato. Ho la paura di trovarmi nella seconda categoria, per tale motivo seguo gli aggiornamenti di un campo di cui sono appassionato, sperando che in futuro possa donarmi qualche opportunità. Tutto risolto? Allora sono sereno? No, certo, almeno potrò dirmi ci hai provato.
La questione è molto seria, o almeno per me è così, perché non ci vuole un economista esperto di previdenza per comprendere che chi ha circa la mia età – 46 anni – dovrà lavorare fino a settant’anni prima della pensione, ciò significa che ho ancora davanti altri 24-25 anni: l’ecosistema lavorativo sarà del tutto differente visti gli sviluppi tecnologici che stiamo osservando. Il rischio di essere sbattuto fuori dal mondo del lavoro è alto se non sarò aggiornato.
Oggi, è evidente, serve essere studenti per l’intera vita. Non bastano i titoli di studio o una professionalità acquisita. Inoltre, è stimolante studiare, imparare cose nuove con costanza rappresenta per me uno stile di vita che mi fa stare bene interiormente, in primo luogo.
Ecco un articolo introduttivo interessante su questi temi, considerando varie attività lavorative.
I VOSTRI RACCONTI
La mia bambina di Valentina Scelsa.
Stanno arrivando tanti racconti, perciò perdonatemi se non riesco a rispondere a tutti. Ho formato un piccolissimo gruppo di volontari per questa attività, quando un racconto ottiene la maggioranza positiva allora lo pubblicherò.
Avete scritto un racconto interessante da proporre ai lettori della Booksletter? Inviatemi il link dove poterlo leggere e scrivetemi il TITOLO. Non saranno accettati allegati (Word, pdf, eccetera) o trasferimenti di file (WeTransfer, ecc.), ma soltanto link di un blog o sito.
Il racconto non dovrà superare le 80.000 battute (spazi inclusi).
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Morgan
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Anche io quando ho letto la classifica stilata dal New York Times mi sono trovata in grande disaccordo, ci sono tantissimi americani o saggi riguardanti l'America, e per quanto mi riguarda mancavano invece autori che reputo veramente incredibili. C'è da dire che tanti dei libri sono vincitori o candidati finalisti a premi Pulizer, o facenti parte del Ophra's Book Club... diciamo che è una classifica che è la specchio della società americana, non può essere considerata a livello mondiale secondo me. In Italia mi immagino che potrebbero gareggiare tutti quei gialli polizieschi alla Manzini che altrove non riscuoterebbero tanto successo perché abbiamo un background storico totalmente diverso. La cosa che mi è dispiaciuta molto è stata la mancanza di varietà di generi letterari, penso che anche questo sia importante per stilare una lista così pretenziosa. Ma alla fine l'ho vissuta come un "vediamo quali libri non conosco che potrebbero interessarmi" e ho lasciato alla cosa il tempo che trovava.